Lo sviluppo del bambino, da noi considerato, avviene entro una cornice costituita dalla “relazione di attaccamento”, formulata da John Bowlby alla fine degli anni sessanta.
Si tratta di una teoria sullo sviluppo dei legami affettivi che gode attualmente del più vasto seguito: l’idea centrale è quella che gli esseri umani hanno una tendenza innata a cercare la vicinanza e il contatto di uno o più individui. L’attaccamento è il rapporto con la figura di accudimento primaria che fornisce una “base sicura” da cui il bambino si allontana per esplorare con fiducia l’ambiente e a cui sa di potersi rivolgere quando incontra un ostacolo.
La figura di attaccamento non fornisce soltanto cure strumentali come nutrizione, ma anche sicurezza, comprensione e calore fisico.
Il nutrimento non è infatti l’unico bisogno per la sopravvivenza, ma si rivela di vitale importanza la presenza di figure amorevoli che forniscano stimoli ed affetto.
E’ un bambino che per crescere nel “benessere” ha bisogno di un adulto o più adulti significativi che lo accompagnino e lo guidino, sintonizzandosi con lui ed armonizzando i suoi ritmi e le sue competenze.
